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INGREDIENTI PER LA CRESCITA DELL’ECONOMIA

All’inizio di Gennaio ho pubblicato un articolo relativo all’eccessivo ottimismo che circola -tra un brindisi e l’altro- tra gli analisti e gli operatori del mercato dei capitali a proposito delle prospettive dell’economia reale globale per l’anno solare che si è appena inaugurato. Ma al di là dell’orizzonte di visibilità dei mercati finanziari (i quali sono sempre più globalizzati), esiste un tema più palpabile e meno soggetto a mode ed umori del momento che riguarda gli elementi essenziali per poter migliorare le prospettive economiche europee (e ancor più quelle nostrane) per la prosecuzione della crescita. Proviamo ad esaminarli.

 

Il 2020 infatti vede una notevole divaricazione tra quelle relative allo sviluppo economico prevedibile per America e Asia, e quelle che potranno riguardare l’andamento dell’Europa, della quale noi siamo addirittura fanalino di coda.

Alla base di qualsiasi analisi degli studiosi infatti la ricetta per la crescita economica contempla una miscela di :

  • crescita demografica e delle competenze
  • miglioramento della produttività del lavoro
  • incremento delle retribuzioni
  • investimenti produttivi e tecnologici
  • investimenti infrastrutturali
  • stimoli fiscali e monetari

Difficile immaginare perciò che l’architrave dello sviluppo possa essere costituito soltanto da quest’ultimo fattore (gli stimoli di politica monetaria), quando tutto il resto langue.

Nei paesi anglosassoni e in quelli emergenti esistono molte di queste condizioni essenziali affinché si possa verificare ulteriore sviluppo e, indubbiamente, quest’ultimo potrà parzialmente trainare le nostre esportazioni. In Asia poi la combinazione di grandi risorse naturali e grande crescita demografica con la crescita esponenziale delle competenze tecnologiche non mancherà di fornire i migliori risultati del pianeta. Ma a a casa nostra non serve un premio Nobel per constatare la sostanziale assenza di buona parte dei suddetti elementi della ricetta, a meno che non si voglia credere alle seguenti favolette (nello stesso ordine di cui sopra) che ci propinano i telegiornali di stato :

  • rimpiazzo” demografico attraverso l’immigrazione clandestina (quando i nostri laureati emigrano) 
  • miglioramento della produttività attraverso gli attuali micro-incentivi all’innovazione 
  • mini-detassazione in deficit che comporterà soltanto un mini-incremento delle retribuzioni nette (soltanto quelle di base, che faticano a comperare generi di prima necessità i quali arrivano quasi esclusivamente dalle coltivazioni in nord-africa o dalle fabbriche dell’estremo oriente 
  • investimenti (quasi soltanto pubblici e quasi soltanto nei business eco-sostenibili che sotto le Alpi scarseggiano) e nel salvataggio di fabbriche decotte (e inquinanti) 
  • (scarsissima) disponibilità di capitali per le Start-up innovative nazionali (quelle che non varcano i confini con tanti saluti per i nostri figli) e sostanziale assenza di incentivi fiscali a sostenerle 
  • (quasi totale assenza di) investimenti infrastrutturali (e addirittura mancanza di manutenzione per quelli già fatti) e (limitatissimi) stimoli fiscali all’attività produttiva (se escludiamo quelli relativi a costruzioni edili e manutenzioni straordinarie degli immobili)  
  • (difficile godimento degli) stimoli di natura monetaria che, erogati da Francoforte  alle banche, dovrebbero favorire l’ampliamento del credito che queste mettono a disposizione delle imprese il quale, per molti motivi, invece non si verifica affatto.

Appaiono perciò a mio modesto avviso di evidenza lapalissiana tanto la scarsezza degli interventi del governo in tali campi quanto la limitatezza delle manovre che l’appartenenza all’Unione Europea ci vengono consentite.

Perciò, per commentare le magre prospettive dell’attuale Unione

 

Europea (e ancor più quelle italiane) ognuno può sbizzarrirsi e immaginarle “verdi” ed “eco-sostenibili” quanto vuole, ma -credetemi- affinché la crescita economica si verifichi è difficile ipotizzare di fare a meno dell’essenziale…

Stefano di Tommaso