LE IDI DI MARZO DI TRUMP

I mercati finanziari sono in subbuglio, soprattutto in America, che però conta per il 72% del totale mondiale e tutti (soprattutto chi ne è avversario) indicano Donald Trump e dei suoi proclami sui dazi doganali come la causa principale di quanto sta avvenendo. Ma è davvero così ? Oppure la risposta (come spesso avviene) è molto più complessa? Tanto per cominciare occorre ricordare che i mercati finanziari avevano continuano a salire quasi incessantemente dal lontano 2009, cioè da 16 anni a questa parte: è dunque normale attendersi che non possano continuare in eterno.

 

I MERCATI SI SONO RIVOLTATI CONTRO

Gli americani però hanno i loro risparmi investiti principalmente sul mercato azionario e dunque la discesa di circa il 10% dei corsi di Wall Street da inizio d’anno rischia di divenire un cappio al collo per il presidente nonostante, per certi versi, il ribasso del mercato azionario possa fare gioco all’interesse dell’America di ridurre i tassi d’interesse pagati sui titoli di stato, perché molti -disinvestendo dalle borse- acquistano titoli a reddito fisso e questo afflusso di denaro ne rialza le quotazioni sul mercato secondario, facendone calare il tasso implicito d’interesse (e con esso il costo delle nuove emissioni di debito pubblico).


Occorre infatti ricordare che l’attuale presidente ha ricevuto da quello che lo ha preceduto una pesante “eredità negativa” di deficit di bilancio fuori controllo, debito pubblico insostenibile (anche a causa degli elevati tassi d’interesse) e de-industrializzazione galoppante, pericolosa anche dal punto di vista della sicurezza strategica. Dunque l’amministrazione repubblicana “doveva” fare qualcosa per rimediare a questi problemi, indipendentemente dalle proprie convinzioni e dalle proprie politiche.

LE ATTESE DI INFLAZIONE POTREBBERO ESSERE INGIUSTIFICATE

La recente pubblicazione dei dati sull’inflazione americana di Febbraio degli Stati Uniti ha riportato una crescita dei prezzi calata allo 0,2% su base mensile e al 2,8% su base annua, cioè al di sotto delle aspettative degli economisti. Dunque GLI USA si starebbero avvicinando all’obiettivo del 2% auspicato dalla Federal Reserve (la banca centrale USA).

Ciò nonostante la maggior parte dei commentatori prevede che:

  1. l’imposizione dei dazi doganali sui prezzi dei beni importati,
  2. Il maggior costo della manodopera che deriva dallo stop all’immigrazione clandestina,
  3. la svalutazione del dollaro americano (che alza ulteriormente il costo delle importazioni),

porteranno l’America nei prossimi mesi a un’inflazione che non potrà che risalire, supportati dall’aspettativa che il rialzo del prezzo dell’oro comporti un’inevitabile ancora peggior svalutazione per il dollaro.

Non ci sono evidenze al riguardo e, anzi, il rallentamento della crescita economica che sembra profilarsi potrebbe agire da calmiere dei consumi, con la possibilità quindi che l’inflazione americana scenda ancora. E se ciò succedesse sarebbe un’ottima notizia anche per il mercato azionario americano, ponendo termine alla sua discesa. Senza considerare il fatto che, almeno per il momento, la tendenza dei profitti netti delle imprese quotate in borsa a Wall Street continua a essere impostata al rialzo anche a Marzo. Cosa che lascia presumere che i cali delle borse non continueranno indefinitamente.


Addirittura c’è qualcuno che sta ricalcolando il vero tasso di inflazione a un livello molto più basso (1,32% a Marzo) di quello riportato dalle statistiche ufficiali (fonte: Mauldin Economics):


Dunque secondo questa lettura (Quill Intelligence) le politiche del nuovo presidente americano sarebbero state addirittura tutt’altro che inflattive e, anzi, il vero problema che egli dovrà affrontare sarà quello della deflazione! Si tratta ovviamente soltanto di teorie perché, al momento, ci sono solo delle statistiche che riportano una moderata discesa dell’inflazione dei prezzi.

TRUMP TRADITO DAI SUOI COME GIULIO CESARE?

Il destino però spesso colpisce i grandi personaggi proprio nei loro momenti di maggior gloria. Quando Giulio Cesare fece la sua ultima visita al Senato di Roma il giorno prima di essere assassinato da un complotto di 60 senatori, il 14 marzo 44 a.C. egli aveva appena conquistato la Gallia, sconfitto Pompeo ed era appena stato proclamato dittatore a vita. Il giorno dopo periva colpito da 23 ferite da taglio, inferte persino dal suo figlio adottivo, Bruto.


Così pure Trump potrebbe trovarsi oggetto di una congiura di palazzo. La sua entrata in carica, soltanto un mese e mezzo fa (Il 29 Gennaio), era stata partecipata dall’intero “gotha” dei più grandi personaggi della nazione, ed era stata accompagnata da un trionfante rialzo del mercato azionario. Trump era perciò sembrato, almeno per un po’ di tempo, divenuto davvero potente. Ma la realtà già oggi sembra essere divenuta un’altra: così come l’Impero romano, nemmeno i cicli al rialzo delle borse muoiono di vecchiaia, piuttosto vengono brutalmente assassinati. Oggi stanno giocando a sfavore della sua popolarità tanto la pesante campagna stampa (contraria al partito del presidente) quanto le minacce provenienti da Cina, Canada, Messico e Europa di ritorsione ai dazi doganali. Così come sta minando il consenso popolare del presidente anche il programma di tagli alla spesa pubblica del suo maggior alleato politico: Elon Musk.

IL MERCATO ORA ASPETTA UN TAGLIO DEI TASSI

C’è Inoltre una certa probabilità che il pesante calo delle quotazioni di borsa possa, almeno per il momento, proseguire. Quantomeno per il motivo che i mercati hanno sperimentato un rialzo durato complessivamente oltre tre lustri, e dunque chi ha guadagnato bene sino ad oggi non avrebbe grandi difficoltà se dovesse decidere di restare ancora per un po’ di tempo alla finestra. Cosa che evidentemente risulterebbe in un grande danno d’immagine per il presidente.


Il mercato finanziario d’altra parte ora inizia a scontare ben tre tagli dei tassi da parte della Federal Reserve entro l’anno (dunque un calo dello 0,75%). E non è così scontato che quest’ultima, chiaramente schierata politicamente dall’altra parte rispetto a Trump, voglia davvero cedere alle evidenze dell’inflazione calante, abbassando il costo dei fondi federali, supportata dalla narrazione prevalente dell’incertezza che i dazi potrebbero procurare. E se non lo facesse questo aumenterebbe le possibilità che l’America entri addirittura in recessione. Altro fattore che farebbe perdere altri consensi a Trump, almeno tanto quanto il calo delle borse.

IL PERICOLO DELL’UNIONE EUROPEA

Ma c’è un ulteriore elemento di pericolo per il nuovo presidente, che deriva dall’ingente programma di spesa militare dell’Unione Europea (€850 miliardi) il quale ha ribaltato la situazione in Europa provocando un rialzo dei tassi d’interesse in Euro e una focosa risalita dei corsi azionari (peraltro fisiologica perché erano da tempo sottovalutati rispetto a quelli americani). Il cambio del vento in Europa potrebbe risultare pericolosa per l’America in due possibili modi: provocando ulteriori ribassi nel cambio del Dollaro (e dunque maggior inflazione importata) e/o riducendo l’appetibilità dei titoli di stato americani, cioè provocandone un rialzo dei rendimenti. Evento che potrebbe risultare particolarmente increscioso per l’amministrazione federale dal momento che quest’anno sono da rimborsare (e rimpiazzare) moltissime emissioni di titoli di stato.

RENDIMENTO TITOLI DI STATO DECENNALI TEDESCHI

La possibilità infine che l’Europa entri prima o poi in guerra con la Russia poi (a causa o con il pretesto di un intervento a favore dell’Ucraina) sarebbe per Trump comunque una sconfitta, dal momento che l’America, legata al patto della NATO, non potrebbe rimanerne indifferente e con il forte rischio che la cosa possa provocare nuovi rialzi del prezzo del petrolio. Se l’America dovesse essere costretta a intervenire di nuovo in Ucraina il programma dei tagli alla spesa pubblica subirebbe un’inevitabile stop, costringendo il presidente a cambiare i suoi programmi.

Come si può vedere dunque, è assai nutrita la lista dei possibili eventi negativi che Trump potrà essere costretto ad affrontare, oltre al fatto che entro due anni la maggioranza repubblicana al Congresso Federale potrebbe venire ribaltata. In tal caso i secondi due anni di presidenza Trump potrebbero risultare molto meno incisivi nel riuscire a cambiare l’America e, con essa, l’intero mondo occidentale.

LE OPZIONI DI TRUMP

Di fronte a tutti questi rischi a Trump restano sostanzialmente soltanto due possibilità: rivedere drasticamente i propri programmi e la propria posizione di sfida nei confronti degli altri paesi del mondo allo scopo di chiudere in fretta la stagione dei dazi doganali, oppure riuscire a trovare qualche altro elemento a proprio favore per ribaltare l’andamento negativo dei mercati finanziari e le aspettative degli investitori. La terza possibilità, vale a dire quella di tenere duro per un paio d’anni sino a quando non divenissero evidenti i risultati pratici del programma di governo, resta veramente assai rischiosa.


Non è escluso che Trump scelga comunque questa strada, fedele al suo programma, così come non è del tutto improbabile che la fortuna aiuti gli audaci e che qualche evento positivo possa invece permettere all’America e al suo nuovo presidente di mostrare i propri muscoli e ottenere concessioni dal resto del mondo senza dover proseguire nella campagna protezionistica. Al momento invece sembra decisamente improbabile che Trump possa cambiare rotta politica, sebbene questo aggiunga ai mercati finanziari altra incertezza e una probabile dose aggiuntiva di volatilità delle borse. Cosa che non potrà che avere riflessi anche su quelle europee.

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 114 – sa 15 mar 2025

Operazioni in essere : nessuna

Premessa: troverete in allegato anche un grafico settimanale di NYSE COMPOSITE ( comprende oltre 3000 titoli ) che evidenzia che questo indice è sceso di poco sotto il minimo di dicembre – gennaio e un grafico giornaliero di DJ TRANSPORTATION, con indicazione del livello di 15650, di cui scrissi nella N. 112 e che potrebbe assumere rilevanza, anche per giudicare la forza di un eventuale rimbalzo di DJ INDUSTRIAL, di cui la Lettera si occupa da tempo.

GOLD APR 25

Continua a fare nuovi massimi.

Il segnale che avevo in gennaio a 2790 circa è stato ecceduto troppo.

Il minimo di 2614 non sarà quindi utilizzabile.

La recente discesa a 2832 cash deve essere considerata un “pull back alto” di un Mercato che appare ancora molto forte.

Comunque non mi interessa comprare a questi livelli.

Vedremo se GOLD offrirà una configurazione per la quale la dimensione dello stop loss sia entro i 40 – 50 USD, vale a dire l’ampiezza tipica di una settimana.

SILVER MAGGIO 25

Rammento che in marzo 2025 scade un ciclo temporale di medio – alto rilievo

Per beneficiare della eventuale discesa, senza allargare troppo lo stop loss, devo attendere che finisca di salire e offra uno stop loss non oltre il 3 – 4 %

Nell’ àmbito di marzo non ho trovato cicli settimanali, quindi devo attendere una laterale che consenta uno stop loss contenuto.

Concluso marzo e conosciuto il range mensile, cercherò di sfruttarlo intorno ai suoi estremi.

DOW JONES INDU CASH ( capitolo intenso e pesante )

Concluso febbraio, nel quale avevo collocato da tempo un importante segnale di inversione, da lu 3 marzo a gio 13 marzo DJ cash è sceso da 44033 a 40661 pari a 7,7 %, in sole 9 sedute.

La mia operazione strategica deve essere una vendita, ma ciò è fattibile solo dopo un profondo rimbalzo.

Il range da 45073 a 40661 è di circa 4400 punti e non posso accettare vendite sotto la metà del range, che ora è 42867.

Per vendere a basso rischio occorreva farlo sopra la trend line da 28660, ma ora si trova intorno a 44900, vicina ai massimi storici.

Difficile che DJ la tocchi di nuovo e poi scenda.

DJ CASH ha chiuso ve 14.3 a 41488, quindi serve una salita intorno al 4 – 5 %, ben possibile; tutto da vedere che poi inverta.

Avevo scritto che gli obiettivi in giù erano talmente lontani che non volevo nemmeno parlarne, per evitare sberleffi, ma, come scritto nelle precedenti N. 112 – 113, immaginavo che, una volta iniziato un ribasso, il doppio minimo di TRUMP ( 41647 – 41844 ) non sarebbe diventato triplo, mentre giudicavo l’area 40000 difficile da passare al primo tentativo.

Finora è giunto a 40661 sbriciolando il MINIMO di TRUMP di 41647, ma non è giunto a 40000.

Troverei statisticamente credibile un target finale tra 39000 e 37500 per DJ CASH.

Rammento infine che ritengo poco probabile la rottura del minimo dell’anno 2024 ( 37122 ) in quanto fu uno splendido pull back sul top di inizio 2022 ( 36952 ) livello dal quale il Mercato andò giù fino a ottobre 2022 a 28660, da cui parte la trend line di cui parlo da oltre un anno e che ha accompagnato questo Mercato con un magnetismo visto non di frequente.

Mi attendo nei prossimi gg un rimbalzo per un raro caso di eccessiva distanza giornaliera tra punti rilevanti.

Mi spiego meglio.

Come ho evidenziato nel grafico daily, la distanza tra i massimi quasi uguali di 45071- 45073 ( 29.11.2024 e 4.12.2024 ) e 45054 ( 31.1.2025 ) è insolitamente lunga ( 38 – 41 gg ) rispetto ai cicli che osservo da 30 anni e ciò può creare uno sbilanciamento che richiede una simile distanza tra i minimi successivi.

Osservo che il minimo del 13.1.2025 ( 41844 ) dista 41 gg dal minimo ( appena segnato e ancora da confermare ) del 13.3.2025 ( 40661 )

Ciò potrebbe bilanciare i movimenti di PREZZO con i periodi di TEMPO.

L’acquisto viene eseguito in ipotesi che si tratti solo di un rimbalzo tra 42800 e 44000 di DJ CASH, per ritornare a vendere nell’ipotesi in cui la prima gamba del ribasso da 45000 possa già concludersi e che, dopo una breve salita, possa partire una seconda spinta in giù per completare la discesa.

E’ solo una ipotesi, avveratasi in oltre due terzi dei casi in cui la salita è stata lunga e relativamente priva di scossoni.

Da ott 2022 ( 28660 ) l’unica discesa durevole e profonda era avvenuta in luglio – ottobre 2023, con sfioramento a 32327 della trend line di inclinazione dimezzata.

Ciò premesso, sin da lu 17.3, inserirò i seguenti ordini :

compro 1 GIUGNO MICRO DJ a 41500 con stop loss a 41000

e, anche nel caso di non eseguito,

compro 1 GIUGNO MICRO DJ alla rottura di un top che sarà riuscito a reggere almeno 3 gg, quindi non prima di gio 20 marzo, sempre con stop loss a 41000.

NASDAQ 100 CASH

Il top assoluto merc 19.2 a 22222 è un numero quanto meno insolito.

E poi abbiamo avuto una discesa violenta del 14 % come NAS 100 sa ben fare, fino a 19152 cash, rompendo quel minimo a 20538 caduto in gennaio, mese che era caratterizzato da un segnale, anche se di rilievo modesto rispetto a quanto potrebbe essere febbraio per DJ, ma soprattutto rompendo l’ultimo minimo ( 19880 ) prima della elezione di TRUMP; comunque l’azzeramento della violenta salita seguente alla retorica TRUMP – MUSK fa pensare.

Segnalo infine che febbraio, dopo il top storico a 22222 ha realizzato un outside mensile ribassista, figura grafica da osservare, rotta immediatamente al ribasso in marzo.

Indico nel grafico giornaliero tre livelli di possibile rimbalzo, solo da osservare, al momento, per valutare la forza residua di questo Mercato, il cui raddoppio dal 2022 ( 10440 ) ad ora ( 22222 ) è stato originato da 5 – 8 titoli, mentre il resto lateralizzava.

Anche per NAS 100, come per DJ, nel grafico giornaliero ho evidenziato una grande distanza tra i massimi ( 42 gg tra 22133 e 22222 ) che è quasi bilanciata dai 41 gg tra i due minimi ( 20538 – 19152 )

Ciò premesso, sin da lu 17.3, inserirò i seguenti ordini :

compro 1 GIUGNO MICRO NAS 100 a 19600 con stop loss a 19300

e, anche nel caso di non eseguito,

compro 1 GIUGNO MICRO NAS 100 alla rottura di 20000, sempre con stop loss a 19300.

Nota finale

Warren Buffet aveva fatto cassa per la sua amata BERKSHIRE HATHAWAY, giungendo al 31.12.2024 a USD 334 billions liquidi ( gov. bond al 4 % ).

Pagherei un dollaro per sapere se ha già usato una quota significativa di questa liquidità in questi giorni di discesa.

Scommetto di no.

W. Buffet compra davanti alla paura della massa, ma nelle strade non scorrono lacrime, nemmeno dei traders.

Leonardo Bodini

 




LA GERMANIA RISVEGLIA L’EUROPA ?

Dopo le elezioni tedesche sui mercati sembra cambiato il vento: i capitali ora da Ovest (dove le valutazioni sono troppo elevate e il Dollaro rischia di perdere posizioni) vanno a Est (cioè verso l’Europa e in particolare la Germania, ma anche verso l’Asia e la Cina). Quanto durerà? Difficile dirlo, perché al tempo stesso i tassi d’interesse scendono negli U.S.A. e salgono in Europa, segnalando una sorta di arbitraggio dei mercati finanziari: si vende il rischio Wall Street e si comprano Treasury Bonds americani, e al tempo stesso si compra il rischio Francoforte e si vendono Bund tedeschi (e insieme a questi ultimi si vende il reddito fisso di tutta l’Eurozona). Dunque scendono i tassi in Dollari e salgono quelli in Euro.

 

DOLLARO E WALL STREET SCENDONO, I TREASURY SI RIVALUTANO

Dunque a ben guardare (almeno per il momento) i capitali non si muovono più di tanto da un continente all’altro, bensì da una categoria di investimento all’altra. E comunque sia anche di poco, i capitali si stanno muovendo ugualmente, dal momento che il tasso di cambio della Divisa Unica sale contro il Dollaro Americano.

il cambio Euro/Dollaro

E’ COLPA DI TRUMP?

Molti danno la colpa a Trump il quale, con le sue dichiarazioni plateali e le (apparenti) contraddizioni, affosserebbe tanto il Dollaro quanto Wall Street, ma in realtà l’America è sovra-pesata nei portafogli dei gestori di patrimoni (all’incirca il 75% del totale degli investimenti) e sopravvalutata nei moltiplicatori di valore (soprattutto tra le Magnifiche Sette: -10% e a proposito dell’Intelligenza Artificiale). Da inizio anno Wall Street perde circa il 2,4% e il Nasdaq quasi il 6%, ma in realtà il resto di Wall Street sale:


Le borse europee al contrario vengono da un lungo periodo di ”dieta dimagrante” e dunque avevano molto spazio da recuperare: allo scorso Venerdì da inizio anno Francoforte era salita del 15,6%, Milano del 12,9%, Madrid del 14,9%. Inoltre l’Eurozona sta abbassando i tassi, l’America ancora no. E quindi la corsa dei titoli azionari europei potrebbe continuare, soprattutto quello a minor capitalizzazione, rimasti le cenerentole degli ultimi cicli positivi. Molti vedono proprio in questi ultimi la maggior concentrazione di valore ancora da estrarre.


Dunque è davvero cambiato il vento dei capitali? Forse no. Non così tanto come queste considerazioni potrebbero far credere. Intanto perché Trump sta cercando di finanziare i suoi programmi riducendo la spesa pubblica e aumentando le entrate con le tariffe doganali, invertendo dunque una tendenza che fino a quando c’è stato Biden sembrava non conoscere ostacoli. E anche se molti appaiono oggi scettici, Trump potrebbe riuscirci.


SE I CONSUMI CALANO, L’INFLAZIONE NON SALIRÀ

E poi perché i tagli alla spesa pubblica americana (si parla del primo trilione di Dollari come imminente) e il programma di riduzione di un milione di posti di lavoro (tra diretti e indiretti) nel governo federale porterà i consumi (che in America contano per il 70% del PIL) a un forte ridimensionamento e dunque le attese di spinte inflattive che saranno generate dei dazi alle importazioni potrebbero anche essere malriposte.


E se così fosse alla fine i rendimenti scenderanno anche in America e, con loro, il costo del servizio del debito per i titoli di stato. Non per nulla il mercato dei capitali inizia a scontare una discesa dei tassi sui Fondi Federali (fino a ieri negata dalla Federal Reserve). Mentre se i capitali fossero in fuga dal Dollaro i titoli di stato americani verrebbero svenduti e i loro rendimenti tornerebbero a salire.


Mentre tuttavia è difficile pronosticare cosa succederà al listino di Wall Street, perché oggi è ancora fortemente influenzato dalle prime 7 “big tech”, non è impossibile prevedere che l’attuale tendenza al ribasso possa interrompersi, anche a causa degli ottimi profitti che le imprese americane continuano a mettere a segno.


IL PROGRAMMA ECONOMICO DI MERTZ

L’Europa dal canto suo ha in programma spese molto ambiziose (800 miliardi aggiuntivi decisi dalla sola Commissione Europea, peraltro da finanziare con emissioni comunitarie per soli 150 milioni, oltre a 900 miliardi decisi dalla sola Germania) che saranno tutte finanziate con nuovi debiti pubblici (dei quali peraltro solo una piccola parte -150 Miliardi- sarà coperta da emissioni di Bond comunitari).


Ad esempio per la sola Germania si stima che l’aumento del debito pubblico (fino forse al 100% del PIL) potrebbe far scendere il “rating” che oggi è ancora massimo. Per l’Italia si stima che il programma di riarmo comunitario possa rialzare il debito pubblico di 10 punti, fino a circa il 150% del PIL.


Dunque presto quel debito aggiuntivo non potrà non generare pressione sui tassi europei nonché una maggiore offerta di titoli a reddito fisso, finendo per interrompere la salutare discesa del costo del denaro che oggi è ancora in corso. In tal caso la discesa dei tassi europei non proseguirà molto a lungo.

LE BANCHE CI GUADAGNANO

Però per assurdo questa per le borse continentali potrebbe essere (quasi) una buona notizia, data la forte prevalenza dei titoli bancari sui listini continentali, le quali beneficiano quando i tassi salgono.


Occorre inoltre osservare che il futuro Cancelliere Federale tedesco non è poi detto che potrà davvero contare su una maggioranza allargata dei voti in parlamento per fare “passare” la rivoluzionaria legge di bilancio annunciata alla stampa. E se non ci riuscisse dovrebbe ridimensionare le sue ambizioni.

E SE LA BANCA CENTRALE EUROPEA CI METTESSE LO ZAMPINO…

Una cosa tuttavia val la pena di dirla: se anche solo per assecondare l’ambizioso programma di riarmo e di ripresa degli investimenti la Banca Centrale Europea dovesse non soltanto far scendere i tassi d’interesse ma anche allargare il cordone della liquidità, cioè anche allentare i vincoli della politica monetaria, allora sì che le borse potrebbero proseguire la loro corsa, perché in buona parte le loro quotazioni dipendono dalla liquidità in circolazione.


In fondo potremmo essere grati a Donald Trump il quale, con i suoi schiaffoni all’Unione Europea fatti di dazi e di ritiro dell’ombrello militare a favore del vecchio continente, ci ha dato la sveglia! La produzione industriale europea ad esempio era in declino da anni.


Forse adesso, con gli investimenti infrastrutturali e tecnologici che si moltiplicheranno, potrà riprendersi. E per farlo occorrerà che i capitali europei tornino in patria, che la Banca Centrale sia più accomodante e che la Commissione non sprechi più le risorse in battaglie teoricamente giuste ma di fatto inutili come le armi all’Ucraina, la lotta agli sprechi energetici eccetera.


Tutti sanno benissimo che dietro quelle battaglie c’erano principi di fondo giustissimi ma anche molti interessi privati. Sui quali forse oggi l’emergenza che sta suonando potrà finalmente prevalere.

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 113 – sa 8 mar 2025

Operazioni in essere : nessuna

Nota : trovate la N. 113, senza aver letto la 111 e 112 per un problema del sito web IL GIORNALE DELLA FINANZA, che ospita questa rubrica; per non far mancare nulla, i singoli paragrafi sintetizzano anche i principali contenuti delle lettere non pubblicate.

Il mio interesse è, in questi gg, prevalentemente rivolto ai mercati azionari U.S.A., che in febbraio potrebbero aver concluso la spinta da ott 2022.

GOLD APR 25

Il mio mercato preferito mi sta rendendo difficile operare.

Non mi accanisco.

Nella recente 24 – 28 feb ha segnato un nuovo massimo assoluto di 1 solo dollaro a 2956 e poi è sceso di 124 usd a 2832.

Ritengo comunque che GOLD abbia ecceduto in misura talmente ampia il top di gennaio ( 2817 CASH ) e il prezzo da me atteso ( 2790 ) nello stesso mese, che tali livelli possano essere divenuti supporti robusti, quanto meno al primo tentativo di perforazione.

Data la importanza del segnale scaduto in gennaio, rammento interamente quanto scritto nella N. 109.

Quando è scaduto la volta precedente il ciclo di tempo che ha interessato gennaio 2025, GOLD ha chiuso alto il mese caratterizzato dal segnale, lo ha ecceduto del 4 % il mese successivo e poi si è impantanato in un movimento laterale – negativo per circa due anni.

Al momento attuale, GOLD ha ecceduto il top di gennaio ( 2817 ) fino a 2956 ( 4,9 % ) , ma è presto per valutare, non avendo per nulla invertito.

Su GOLD sto cercando una operazione strategica e, mediamente, un Mercato, per concedere di sfruttare poi un vero trend, richiede stop loss più ampi dello standard nella fase di apertura delle operazioni.

Dopo che GOLD CASH è salito fino a 2956, è impensabile attendere la rottura del minimo di gennaio ( 2614 ) per aprire un ribasso.

Lo stop loss da piazzare sopra 2956 sarebbe insostenibile.

Vedremo se GOLD offrirà una configurazione per la quale la dimensione dello stop loss sia entro i 40 – 50 USD, vale a dire l’ampiezza tipica di una settimana.

L’alternativa è di attendere che rimbalzi vicino a 2950 cash per una vendita con stop loss limitato.

SILVER MAGGIO 25

Una eventuale operazione sarà da me effettuata sul future di maggio 2025, essendo in consegna il contratto di marzo.

Rammento che in marzo 2025 scade un ciclo temporale di medio – alto rilievo

Per beneficiare della eventuale discesa, senza allargare troppo lo stop loss, devo attendere di tornare intorno a 33,3 SILVER CASH (34 FUT MAGGIO ) con uno stop loss non sopra 34,5 usd.

Nell’ àmbito di marzo non ho trovato cicli settimanali, quindi devo attendere una laterale che consenta uno stop loss contenuto.

Concluso marzo e conosciuto il range mensile, cercherò di sfruttarlo intorno ai suoi estremi.

DOW JONES INDU CASH

E’ ormai concluso febbraio, nel quale colloco da tempo un importante segnale di inversione.

Inversione significa VENDERE se si arriva al rialzo e COMPRARE se si arriva al ribasso.

Febbraio non era per me così semplice da lèggere, in quanto in nov – dic – gen – febbraio abbiamo avuto 4 top quasi uguali : 45071 – 45073 – 45054 – 44966.

Il top assoluto si è manifestato il 2 – 6 dic, importante timing settimanale, segnalato mesi prima.

Sempre in febbraio, ove scadeva il segnale mensile più importante, DOW JONES è sceso dal 6 al 28, ultimo del mese, in cui ha segnato il minimo di febbraio a 43100 e poi è risalito in poche ore di 773 punti, che corrispondono al 41 % del range mensile.

Con il senno di poi, questo rimbalzo voleva solo confondere le idee.

Nel primo giorno di marzo DOW JONES ha espresso un grande outside ribassista da 44033 fino a 42919, quindi 1114 punti in poche ore, rompendo sùbito il minimo di febbraio e scatenando anche un outside settimanale ribassista fino a 42175.

La operazione strategica deve essere una vendita e quindi devo calcolare il rimbalzo possibile.

Il range da 45073 a 42175 è di circa 2900 punti e non posso accettare vendite sotto la metà del range, che ad ora è 43624.

Per vendere a basso rischio occorreva farlo sopra la trend line da 28660, ma ora si trova intorno a 44700 – 800, vicina ai massimi.

Difficile che DJ la tocchi di nuovo e poi scenda.

Sarebbe un “pasto gratis” che i Mercati non concedono mai.

Dj cash ha chiuso ve 7.3 a 42800, quindi serve una salita intorno al 3 – 4 %, ben possibile; tutto da vedere che poi inverta.

Gli obiettivi in giù sono talmente lontani che preferirei non parlarne, per evitare sberleffi, ma immagino che, una volta iniziato un ribasso, il doppio minimo di TRUMP non diventerà triplo, mentre l’area 40000 potrebbe essere difficile da passare al primo tentativo e non perché è una cifra tonda.

Infine, escluderei una rottura del minimo dell’anno 2024 ( 37122 ) in quanto fu uno splendido pull back sul top di inizio 2022 ( 36952 ) livello dal quale il Mercato andò giù fino a ottobre 2022 a 28660, da cui parte la trend line di cui parlo da oltre un anno e che ha accompagnato questo Mercato con un magnetismo visto non di frequente.

Ciò premesso, sin da lu 10.3, inserirò i seguenti ordini :

vendo 1 MARZO MICRO DJ a 44400 ( livello poco probabile, ma possibile ) con stop loss a 45200

e, nel caso di eseguito,

vendo 1 MARZO MICRO DJ alla rottura del minimo del giorno in cui avrò venduto a 44400 senza essere stoppato, sempre con stop loss a 45200.

NASDAQ 100 CASH

Ennesimo nuovo top assoluto merc 19.2 a 22222 che è un numero quanto meno insolito.

E poi una discesa violenta dell’ 11 % come NAS 100 sa ben fare, fino a 19736 cash, rompendo quel minimo a 20538 caduto in gennaio, mese che era caratterizzato da un segnale, anche se di rilievo modesto rispetto a quanto potrebbe essere febbraio per DJ, ma soprattutto rompendo l’ultimo minimo ( 19880 ) prima della elezione di TRUMP, al momento solo in intraday; comunque l’azzeramento della violenta salita seguente alla retorica TRUMP – MUSK fa pensare.

Segnalo infine che febbraio, dopo il top storico a 22222 ha realizzato un outside mensile ribassista, figura grafica da osservare, rotta immediatamente al ribasso in marzo.

Indico nel grafico giornaliero tre livelli di possibile rimbalzo, solo da osservare, al momento, per valutare la forza residua di questo Mercato, il cui raddoppio dal 2022 ( 10440 ) ad ora ( 22222 ) è stata originata da 5 – 8 titoli, mentre il resto lateralizzava.

Nota finale
Warren Buffet, uomo non di primo pelo, prosegue a fare cassa per la sua amata BERKSHIRE HATHAWAY, giungendo al 31.12.2024 a USD 334 billions liquidi ( gov. bond al 4 % ).
Continua nel mentre a ricordare che ama i buoni investimenti azionari ………… non stare liquido.
Saprà ben lui.

Leonardo Bodini