IL DISGELO

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L’effetto-vaccini inizia a farsi strada. Le borse di tutto il mondo stanno registrando elevatissimi scambi rispetto al passato, principalmente a causa della grande liquidità che circola sui mercati e delle conseguenze di ciò: un elevatissimo ritmo di fusioni e acquisizioni, di quotazioni in borsa di matricole e il fiorire di ogni genere di veicoli di investimento (dalle SPAC pre-quotate in borsa fino al venture capital, passando per la nascita di nuove Fintech (banche interamente digitalizzate) e nuovi intermediari finanziari. Ovviamente tutta questa attività finanziaria favorisce i listini delle borse.

 


L’EUFORIA DELLE BORSE

Come si può vedere dai grafici qui riportati, la finanza insomma esprime più euforia dell’industria in questo momento, e molto più ottimismo dell’uomo della strada. Qui sotto il grafico del principale indice di Wall Street, lo Standard&Poor 500, che ha superato la soglia di 4000 punti per la prima volta nella storia.

Il mondo degli investitori e dei risparmiatori però probabilmente non è impazzito dietro a un sogno, bensì è consapevole di un effetto-rimbalzo dopo i lockdown che non potrà che ampliarsi con l’arrivo dell’immunità di gregge.

Già adesso in alcuni paesi (soprattutto in Asia, ma anche in Gran Bretagna) l’allentamento delle restrizioni agli spostamenti inizia a farsi strada. La ripresa economica è già palpabile in buona parte del mondo (anche se molto meno a casa nostra) e da questo dipendono le aspettative positive dei mercati finanziari. La borsa italiana sta anch’essa crescendo, non solo per le attese di miglioramento, ma soprattutto perché aveva perduto molto terreno in precedenza.

L’INFLAZIONE

L’aspettativa di una ripresa genera tuttavia anche effetti non proprio esaltanti, come la crescita del prezzo delle materie prime e dell’energia, ed è alla base della ripresa dell’inflazione dei prezzi che stavolta minaccia seriamente di imporre una tassa a tutti i risparmiatori, i pensionati e a coloro che percepiscono un reddito fisso. Tuttavia nessuno si aspetta una fiammata simile a quelle degli anni ‘79 e ‘80, dal momento che, sebbene taluni costi siano indubbiamente in crescita, la capacità produttiva delle fabbriche è ancora ampiamente inutilizzata così come è ampia la sacca di disoccupazione nel mondo, cosa che manterrà ancora a lungo decisamente stabili i salari. I tassi d’interesse invece -soprattutto quelli a lungo termine- sembrano inesorabilmente in crescita, non soltanto per l’inflazione.

DISOCCUPAZIONE ED ECCESSO DI CAPACITÀ PRODUTTIVA

Dunque non tutti i fattori della produzione schizzeranno verso l’alto, persino nel caso di una ripresa globale sincronizzata, perché l’offerta di prodotti, accessori, manufatti e servizi spesso eccede la domanda. Ciò non vale tuttavia per alcuni comparti dove invece la domanda supera l’offerta. L’alimentare “naturale”, la sanità e l’ICT (information/communication technology) ne sono alcuni esempi, così come i beni reali di elevato livello qualitativo (opere d’arte, case di lusso, immobili molto ambiti, ecc…). E’ la nuova normalità: l’umanità ha sempre più bisogno di cure, medicinali e prevenzione, così come ha sempre più bisogno di interconnettersi, di sistemi di automazione, computer portatili e accessori iper-digitali, mentre ha sempre meno bisogno di fast food, di spostarsi di persona con veicoli potenti e inquinanti e di consumare inutilmente tanta energia “sporca”, in casa e al lavoro.

ESPORTAZIONI A GONFIE VELE

Crescono così anche gli ordini per gli impianti, i macchinari ed i beni di consumo durevole, cosa che fa ben sperare per le esportazioni europee. La grande abbondanza di capitali poi favorisce gli investimenti, e la limitatezza dei costi del credito genera l’attesa di un buon ritorno sul capitale investito. Una ricetta quasi perfetta affinché l’anno in corso nelle nazioni caratterizzate da economie più sane possa registrare una delle crescite economiche più alte degli ultimi decenni! E questa attesa di profitti non può che favorire a sua volta nuove operazioni di fusioni e acquisizioni nonché nuovi arrivi di matricole in borsa. Anzi: è sufficiente l’attesa positiva per scatenarle.

E LE BORSE BRINDANO…

E le borse, di fronte a tale scenario, non possono che seguitare a crescere. Ovviamente nulla è per sempre e, con i livelli astronomici raggiunti dalle valutazioni delle aziende quotate, nessuno sa quanto durerà la festa. Prima o poi qualcuno (come sempre) suonerà la campanella e la festa sarà finita. Ma oggi però nessuno vuole perdersela!

Stefano di Tommaso