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RENAULT: SALUTI & BACI

Il tranquillo e silenzioso Giovanni Elkahn questa volta il pugno l’ha sbattuto sul tavolo. Con il suo stile inconfondibile, quasi cabbalistico, di grande serenità e totale inespressività facciale, ha prima convocato telefonicamente il suo consiglio di amministrazione e poi ha scritto una letterina (di fatto al ministro francese dell’economia Bruno LeMaire): l’affare è saltato, tanti saluti e baci. E la Renault ha perso in 3 giorni l’8% in borsa, mentre FCA quasi nulla.

 

LA PRIMA USCITA PLATEALE DEL NIPOTE DELL’AVVOCATO

È la prima volta che il rampollo di una delle più potenti famiglie del gruppo Bilderberg compie un gesto plateale, probabilmente tanto astuto quanto opportuno dal punto di vista tattico. E con il suo pugno di ferro nel guanto di velluto ha fatto parlare di se tutto il mondo.

L’INGERENZA DEL GOVERNO FRANCESE

L’ingerenza del governo francese era risultata francamente inaccettabile: prima pretendendo una sorta di diritto di veto sulle decisioni strategiche e poi di spostare il quartier generale a Parigi e poi andando (sostanzialmente) a chiedere la stessa cosa all’ancor più tranquilla Nissan Auto, che da oltre un ventennio se ne stava zitta e muta ad avere (controvoglia) accettato di non avere diritti di voto in Francia mentre i francesi disponevano di pieni voti per il loro 43% in Giappone.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ulteriore iniziativa del ministro dell’economia di ritardare ulteriormente i tempi per tenere separatamente un dialogo con i giapponesi della Nissan per negoziare ulteriori garanzie per lo stato francese. Traduzione: per imporre la propria linea e mantenere il controllo del nuovo conglomerato. A quel punto il nipote del più famoso Giovanni Agnelli (del quale ricorda inconfondibilmente i tratti) non ha avuto più dubbi.

ADESSO TUTTI DEVONO CORRERE AI RIMEDI

  • Le morali che saltano fuori da questa bizzarra vicenda (tutt’altro che conclusa, ci possiamo scommettere!) sono dunque diverse :
  • La discutibile ideologia francese a proposito delle leggi di mercato (quella di portare avanti gli interessi nazionali a tutti i costi) e il mesto corollario dello scarso rispetto mostrato platealmente per gli altri “partners” europei;
  • Il carattere riservato si, ma anche molto risoluto del rampollo dell’Avvocato;
  • La luce che si è accesa sull‘improrogabile necessità per l’industria dell’auto di procedere verso un consolidamento (più deciso di quanto si potesse pensare in precedenza).

LA FIGURACCIA DI “BRUNO LOSINDACO”

Ma soprattutto emerge la figuraccia del ministro dell’economia (che non aveva mancato proprio di recente di ricordare all’Italia il rispetto per le regole comunitarie) a proposito della scarsissima performance delle società industriali che risultano partecipate dallo stato francese. Il caso Renault è eclatante: un mese fa il titolo in borsa capitalizzava il 50% del patrimonio netto contabile. Adesso è sceso al 42% !

Stefano di Tommaso