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FOCUS ENERGIA

Il prezzo del petrolio ha sorpreso quasi tutti gli analisti nel corso del 2017, molti dei quali ritenevano che il canale di oscillazione di 50/60 dollari al barile sarebbe rimasto valido molto a lungo a causa dell’eccesso di offerta potenziale di greggio che si sarebbe riversata sui mercati non appena i livelli di prezzo fossero divenuti più interessanti, calmierandoli.

In effetti per un bel po’ di tempo è andata così ma, ancora oggi, nonostante gli ultimi accordi dell’organizzazione dei produttori di petrolio (OPEC), la sua estrazione sta aumentando i propri ritmi senza riuscire a limarne le quotazioni.

Anche il sub-settore dello “Shale Oil” (il petrolio estratto con il “fracking”, un metodo di pompaggio forzoso che permette di accedere anche a piccoli anfratti che in passato non sarebbero stati considerati giacimenti veri e propri) che fino a qualche tempo fa ha conosciuto una crisi formidabile a causa dei cali del prezzo di mercato dell’output, oggi invece sta conoscendo una bonanza che quasi nessuno avrebbe mai previsto, anche perché, nonostante i livelli altissimi di quantità estratta di quest’ultimo siano giunti a nuovi record (per la sola America si parla di 9,3 miliardi di barili al giorno dello scorso Ottobre e un record atteso di 10 miliardi di barili al giorno nel 2018, più di quanto ne veniva estratto negli anni ‘70), quell’incremento di produzione non ha sortito effetti calmieratori sul prezzo di mercato del petrolio.

Se dunque nonostante si incrementino i livelli di estrazione il prezzo del petrolio non scende, cosa se ne può dedurre se non che la domanda di petrolio cresce più dell’offerta?

PREVISIONI PREZZO DEL PETROLIO BRENT

A voler essere pignoli ci sono anche altri fattori da tenere presenti nel considerare le attese del mercato,come l’intesa raggiunta a Vienna lo scorso 30 novembre fra Paesi Opec e non Opec per prorogare fino alla fine del prossimo anno i tagli dell’offerta, così come le attese di un dollaro americano più forte nel corso del 2018. E dal momento che il prezzo al barile è normalmente espresso in dollari, questo significa tanto che il prezzo del petrolio in termini assoluti è atteso al rialzo per buona parte dei consumatori nel mondo, quanto che i rating dei titoli azionari di aziende che operano nel settore dell’energia sono attesi al rialzo.

I titoli delle aziende che operano nello “Shale Oil” ad esempio risentono anche degli effetti della crisi del settore durante gli anni del petrolio a prezzi bassi, che si sono trasformati in una riduzione del numero di nuovi entranti nel settore e in cospicui incrementi di efficienza raggiunti oggi, che consentono loro di incrementare la marginalità in modo più che proporzionale all’andamento del petrolio.

Un altro fattore che sta incidendo non poco nelle aspettative di rialzo del prezzo del petrolio è quello delle temperature registrate all’inizio della stagione invernale, che si sono mostrate più basse di quelle medie facendo innalzare la domanda di energia a scopo di riscaldamento. Questo fattore ha contribuito ad una risalita anche più che proporzionale nel prezzo del gas (di solito fortemente correlato a quello del petrolio) e di quello dell’energia elettrica, sul quale incidono non poco I costi di vettoriamento e il “peso” degli incentivi forniti al settore delle energie ottenute da fonti rinnovabili, che si sommano alla normale bolletta energetica.

Le prospettive di un prolungato periodo di elevata domanda di energia derivano non soltanto alimentano attese di ottime performance dei bilanci delle aziende nell’intero comparto energetico, ma fanno ben sperare nell’andamento globale dell’economia che sembra marciare anche meglio di quanto le statistiche ancora non tradiscano.

Sebbene infatti la recente volatilità nei prezzi dell’energia dovrebbero mettere in guardia dal lasciar vomitare agli analisti delle facili quanto effimere previsioni, non si può non tenere conto di una crescita costante nella domanda che non era così scontata alla luce degli importanti efficientamenti energetici dell’intero comparto manifatturiero nel mondo.

Due (e non necessariamente alternative tra loro) le conseguenze pratiche che se ne possono dedurre :

  • la produzione industriale globale è cresciuta più di quanto si potesse prevedere, e/o
  • la necessità di individuare ulteriori efficienze nel consumo di energia resta elevata.

Dunque, se anche i prezzi del petrolio, del gas e dell’elettricità non cresceranno ulteriormente rispetto ai livelli attuali, entrambi i casi sopra segnalati indicano ottime notizie per l’andamento economico in generale come pure per i titoli azionari legati al settore energetico !

Stefano di Tommaso