È IN ARRIVO UN NUOVO CRASH DELLE BORSE?

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Il Professor James Rogers, (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Jim_Rogers) storico socio di SOROS, fa o suoi interessi nello sperticarsi in queste profezie (per poter affermare un giorno: io l’avevo detto) ma in realtà ogni anno le Borse prima o poi scendono, per poi tornare a crescere!

 

JIM ROGERS: The worst crash in our lifetime is coming

 

È vero: esiste il pericolo che dalle vette più alte mai raggiunte dai mercati sino ad oggi si possa inciampare e precipitare rovinosamente. Certamente, più in alto ci si è spinti e più precipitoso potrebbe essere il ruzzolone! Più si è gonfiata la bolla speculativa dei mercati e più sonoro potrebbe esserne lo scoppio!

È altrettanto vero però che i mercati sono giunti da tempo a quelle vette, i portafogli degli investitori sono stati fatti “rotare” diverse volte (passando da alcune “asset class” che generavano tanta cassa ad altre che promettono tanta crescita). A molti risparmiatori sono stati proposti investimenti alternativi e beni-rifugio, molto terrorismo è stato fatto circa la Brexit, l’impeachment di Donald Trump e l’eccesso di debito cinese, ma ciò nonostante i mercati non sono apparsi mai tanto tranquilli come in questo periodo.

PERCHÉ LE BORSE VOLANO ALTE

I motivi? Se vogliamo parlare il linguaggio dei tecnici: tanta liquidità innanzitutto, ma anche molte altre buone notizie per l’economia mondiale, i profitti delle società quotate, la scarsezza di alternative valide, la mancata ripresa dell’inflazione ma anche la scomparsa dello spettro della deflazione, il venire meno dei timori di crollo delle economie dei paesi emergenti… eccetera, eccetera, eccetera!
La verità terra-terra è tuttavia forse molto più adeguata a spiegare cosa sta succedendo alle borse: il più prolungato periodo di pace globale della storia dell’umanità, il più marcato salto di qualità della scienza e della tecnica che si sia mai verificato e la più elevata popolazione mondiale mai registrata sul pianeta sono tutti meravigliosi fattori di crescita “sistemica” delle risorse economiche, dei valori aziendali, dei diritti di sfruttamento delle tecnologie.
Quel che ne consegue è che le aziende generano cassa, fanno profitti, investono nel futuro, distribuiscono dividendi e formano nuove leve di dirigenti e operai super-specializzati. I mercati finanziari non possono ignorare la cosa: essi registrano nuovi record man mano che tutti hanno capito che per fare soldi devono riuscire a detenere attività finanziarie e profittare dalle medesime.

È UNA BOLLA SPECULATIVA?

Il fenomeno straordinario cui assistiamo è ovviamente al tempo stesso anche una bolla speculativa pericolosa, ma non mancano le ragioni per cui la medesima si alimenta. Può scoppiare? Certo che sì, ma dipende anche da tutto quel che gli succede intorno: i “vigilantes” delle frodi fanno bene il loro mestiere? le banche centrali si dimostrano credibili e sagge? i governi sostengono le classi più povere e al tempo stesso assicurano il sottostrato di infrastrutture e semplificazioni burocratiche necessarie affinché le imprese non smettano di prosperare?
Se la risposta è sì avremo poco da temere: ridimensionamenti e nuove rotazioni dei portafogli, alti e bassi più o meno marcati e nuovi miti tecnologici o modaioli li agiteranno sicuramente, ma non dovrebbero riuscire a scuotere una quercia più solida di prima: l’economia globale sembra in realtà rafforzarsi.
Se la risposta è invece negativa, se nuove guerre, nuove follie politiche, nuove concentrazioni eccessive di potere e ricchezza provocheranno scossoni, conflitti, scontri sociali o più semplicemente errate allocazioni delle risorse, allora ci sarà molto più da temere per le borse, che non potranno non tenerne conto.
È perciò il partito della guerra quello che dobbiamo tenere davvero, il complotto globale, la devianza delle istituzioni, la corruzione in generale e l’ingiustizia in particolare. Il vero pericolo è che questo meraviglioso momento storico di straordinaria crescita economica e scientifica dell’umanità abbia termine, Dio non volesse anche bruscamente. Allora le cornacchie avranno avuto ragione da vendere! È possibile, ma non direi che sia così probabile.


Stefano di Tommaso